lunedì 30 ottobre 2017

Blogger Recognition Award

Blogger Recognition Award


  1. Ringraziare il blogger che ti ha nominato e inserire il link al suo Blog;
  2. Scrivere un post per mostrare il proprio riconoscimento;
  3. Raccontare la nascita del proprio Blog;
  4. Dare consigli ai nuovi blogger;
  5. Nominare altri 15 blogger ai quali vuoi passare il segno di riconoscimento;
  6. Commentare sul Blog di chi ti ha nominato e fornirgli il link al tuo articolo (anche sulla pagina Fb).
Oggi un post diverso, un po' come il Liebster, solo che questo è spuntato dal nulla, lessi da qualche parte che è nata come iniziativa benefica, ma davvero, non ricordo e non so dirvi altro!
Iniziamo.
  1. ringrazio di cuore TBS • The Book Seeker e Usquequaque per la nomina: non pensavo proprio di partecipare anch'io a questa iniziativa!
  2. eccomi qui!
  3. Ebbene. Il mio blog nasce nell'(ormai lontano) 2014: la mia più grande passione sono stati i libri e mi piaceva l'idea di creare un posticino tutto mio sul web dove avrei potuto parlare liberamente dei libri e di ciò che ne pensavo.
    Purtroppo non sapevo ancora come funzionasse il mondo dei blog e dei bookblogger per cui ben presto ho perso interesse perché non avevo alcun riscontro, in più il 2015, in particolare, è stato un anno burrascoso per me, non sapevo bene cosa volessi, cosa fare e come essere per piacermi, e non da un punto di vista estetico, ma interiore.
  4. Che dire. Non arrendetevi, anche se il vostro è un blog davvero piccolo e vi sentite scoraggiati guardando blog che, invece, hanno tanti tanti lettori e post commentatissimi, oltre che collaborazioni con le case editrici più disparate.
    Ovviamente, però, pensate a cosa comporterà essere dei blogger: dovete scrivere post che siano sensati non solo a livello di grammatica, che comunichino realmente qualcosa, e non elucubrazioni inutili che poco possono aggiungere al panorama dei blog.

    In altre parole, se lo fate per avere popolarità o fama, se non siete motivati non ne vale la pena perché il cammino che vi aspetta è ripido e dovrete darvi da fare se vorrete proporre un contenuto di qualità!
  5. mangialibri_
    La spacciatrice di libri
    La tartaruga si muove
    L'apprendista libraia
    Sogni d'inchiostro
    Appunti di una giovane reader
    Destino di Carta
    Io resto qui a leggere
    Dear book...
    Amiche per i libri
    Rosalba's nature
    Me and Books
    The secret life of a book
    A fangirls blog
    Anita and her books
  6. vado! alla prossima!

martedì 24 ottobre 2017

Classica Chiacchierata #1, Cime Tempestose

Classica Chiacchierata #1

Cime tempestose

Ciao a tutti readers! Con oggi inizia una nuova rubrica che ho deciso d'intitolare:"Classica Chiacchierata" e che incentrerò su un classico e che avrà una cadenza mensile!
Non ho ritenuto opportuno fare delle normali recensioni sui classici, ma volevo impostare una semplice, per l'appunto, "chiacchierata" dove espongo in poche e semplici parole il mio pensiero,
facendo qualche parallelismo tra passato e presente, temi del libro che si ripetono nella letteratura contemporanea e, quindi, le ripercussioni che oggi possiamo osservare.



Oggi vi porto Cime Tempestose, il romanzo di Emily Bronte: iniziai a leggerlo più di un anno fa nell'edizione della Newton Compton, la Minimammut, ma ricordo di averlo abbandonato proprio quando Ellen, la nostra impavida e dolce governante, una solida costante in questo romanzo (e che io azzarderei ad identificare come l'autrice stessa), inizia il suo racconto, la tempestosa storia che lega Heathcliff e Catherine Earnshaw.

I tratti del mondo e dei personaggi che Bronte porta alla luce in questo romanzo, sono grezzi e bruti: ciò che possiamo osservare è la brutalità più assoluta, soprattutto del protagonista, Heathcliff, che è una vera e propria "anima nera", assetata dal desiderio di vendetta e che compirebbe le azioni più sconsiderate e maligne pur di, letteralmente, rovinare la vita delle persone che, in qualsiasi modo, volenti o nolenti, gli hanno reso più difficile l'esistenza.

Del libro ho preso l'edizione per ragazzi, edita da Mondadori questa volta, per rendere la lettura, già ardua, più piacevole e scorrevole: sono molto felice di dire che in effetti questo stratagemma mi è stato utile e se non fosse stato per la traduzione più scorrevole, ma che a quanto ho notato è fedele alla trasposizione originale, probabilmente non sarei riuscita a terminarlo.
Non solo, però, per la traduzione astrusa della Newton Compton, ma soprattutto, come poi ho visto in queste ultime settimane, per i personaggi: li ho odiati tutti, dal primo all'ultimo.
Eccezion fatta per la fedele ed intelligente Ellen (aka Nelly).

Chi per un motivo, chi per un altro, sono tutti detestabili: alcuni stupidi, altri noiosi, viziati, iracondi, violenti, ingiusti, CATTIVI (e quest'ultimo aggettivo lo sottolineerei più e più volte). Avrei voluto tanto scaraventare il libro contro il muro più di una volta, ma mi sono trattenuta solo perché sapevo quali fossero le reali intenzioni della Bronte: farci comprendere la differenza tra un amore sano e uno corrisposto solo per metà, la differenza tra una persona buona con coscienza e un'altra priva di qualsiasi morale.

Mentre lo leggevo non potevo fare a meno di pensare al libro contemporaneo che ho avuto la (s)fortuna d'incontrare e recensire due anni fa (quanto tempo! mi sembra ieri per come mi aveva colpita la sua bruttezza!): After di Anna Todd (la mia recensione QUI).
Isabella come anche sua nipote, Cathy fanno scelte sbagliate di cui si pentiranno presto: due ragazzine che credono di sapere cos'è l'amore, ma che lo hanno scambiato per una semplice infatuazione.


è questa la profondità del romanzo che ho adorato, ora come ora è importantissimo far arrivare alle ragazze questo messaggio, immaginiamo nel passato quanto quest'opera possa essere stata d'ispirazione! Infatti i personaggi femminili sono parecchio intraprendenti, e caparbi: Ellen è stato il mio personaggio preferito fra tutti perché è sicuramente la più intelligente, se i suoi padroni avessero seguito i suoi consigli... Quante arrabbiature mi sarei risparmiata! 

Lascio ancora qualche stralcio, dispiaciuta del fatto che Anna Todd abbia ammesso di essersi ispirata a queste pagine. Credo che se l'avesse VERAMENTE letto questo libro, probabilmente non avrebbe partorito l'abominio di Hardin, che, effettivamente, assomiglia ad Heathcliff negli atteggiamenti scorbutici e violenti, MA non siamo più nell'ottocento ERGO Tessa avrebbe dovuto saper distinguere uno scimmione da una persona dotata di cervello funzionante, dati i tanti anni di evoluzione.
E invece, come sappiamo bene, non è accaduto. *shame on Tessa*

prima parte

seconda parte



Ho notato, su goodreads, una volta finito il libro, che non solo io ho avuto un esaurimento nervoso dovuto ad alcuni personaggi incapaci o vittime della cattiveria di Heathcliff, ma sono ancora più colpita che nonostante l'odio profondo nutrito un po' verso tutti i protagonisti della vicenda, si è ammesso generalmente che questo libro è un ottimo libro, che offre una prospettiva diretta e profondamente negativa verso atteggiamenti violenti e irresponsabili, oltre che altri poco critici alla circostanza.

Spero che questa rubrica abbia potuto interessarvi, alla prossima con un altro titolo!

mercoledì 18 ottobre 2017

Recensione film "Loving Vincent, Dorota Kobiela, Hugh Welchman"

Recensione film "Loving Vincent, Dorota Kobiela, Hugh Welchman"
Formato: Colore
Anno: 2017
Regista: Dorota Kobiela, Hugh Welchman
Casa di produzione: BreakThru Productions, Trademark Films
Durata: 94 minuti
Genere: animazione, biografico, giallo, drammatico
Soggetto: biografia dell'artista olandese Vincent van Gogh
Interpreti:
  • Robert Gulaczkyk: Vincent van Gogh
  • Douglas Booth: Armand Roulin
  • Eleanor Tomlinson: Adeline Ravoux
  • Jerome Flynn: Paul Gauchet
  • Saoirse Ronan: Marguerite Gauchet
Musiche: Clint Mansell

Trama: Nella Francia del 1891, il giovane Armand Roulin riceve dal padre postino l'incarico di recapitare una lettera a Theo van Gogh, fratello del pittore olandese che da poco si è tolto la vita. Armand si reca a Parigi, dove però non riesce a rintracciare Theo; intraprende dunque una ricerca che lo porta ad incontrare persone e luoghi fondamentali nella vita di Vincent van Gogh, scoprendone poco a poco la vita tormentata e la straordinaria opera che ha saputo produrre.


Recensione: sono sempre stata affascinata dalla figura di Vincent van Gogh e non appena la mia migliore amica ha proposto di andare al cinema per vedere questo film, ho accettato subito, vedendolo a scatola chiusa. A scatola chiusa perché non mi sarei mai aspettata questo format: m'immaginavo attori intenti ad interpretare le parti dei personaggi principali, davanti ad una cinepresa.
Effettivamente è stato così, se non fosse che tutti i fotogrammi sono stati trasformati in autentiche opere d'arte: il primo film ad essere letteralmente dipinto su tela. 
Si tratta del primo film interamente dipinto su tela, rielaborando oltre mille dipinti per un totale di più di 65 000 fotogrammi realizzati da 125 artisti provenienti da varie parti del mondo. Alcuni quadri sono stati riadattati modificandone il rapporto, aggiungendo parti, scambiando il giorno con la notte, il tempo meteorologico e le stagioni. La tecnica rotoscope è stata utilizzata per la maggior parte del film, girando 6 minuti di materiale di riferimento in 12 giorni. Il budget del film è stato di $ 5,5 milioni, finanziato in parte con una campagna su Kickstarter. 
 -Wikipedia 
Questo film è un olio su tela che rispecchia perfettamente l'idea di dipinto che aveva il defunto Van Gogh: le figure non sono macchie di colore che si sfumano tra di loro formando una ben distinta figura, no, sono striscione di colore piccolissime, ognuna di un colore diverso (e che colore!) che vanno a creare un contrasto fortissimo tra loro, che immerge chi guarda in una dimensione magica e vibrante.

Dopotutto considererei lo stile del pittore olandese come lo "specchio" della sua anima: disgregata, tormentata e oscillante tra momenti di gioia e altri di cupa depressione. 
è proprio intorno a questo concetto che tutto il film gira quando ripercorre il suo l'ultimo periodo di vita: il protagonista, Armand Roulin, figlio di un amico di Vincent, intraprende un viaggio alla ricerca del fratello del pittore per consegnarli la sua ultima lettera. 
Purtroppo Theo van Gogh è morto per il dolore della perdita, così si trova costretto a dirigersi sino a 
Auvers-sur-Oise, un piccolo villaggio che invoglia la sua vena artistica: ed è proprio qui che dipingerà i suoi quadri più famosi.

Il racconto drammatico scivola lentamente in un misterioso giallo che si risolve con la testimonianza del fidato dottore del pittore: Paul Gauchet si assume la colpa di averlo invogliato al suicidio, ma quanto le sue parole hanno potuto pesare su di un uomo già depresso e, da tempo, instabile?
Non molto, direi io, visto che la depressione è una malattia che "ristagna" nell'animo di chi la ospita e un minimo di vento gelido può risvegliarla, portando a pensare che non ci sia più una via d'uscita.

Steven Naifeh e Gregory White Smith sono coloro che hanno avanzato l'ipotesi, nel loro libro:"Van Gogh: The Life"che la morte di Van Gogh non sia stato un suicidio, bensì che sia stato ucciso in circostanze che neanche loro hanno saputo certificare con esattezza: resta il fatto che l'analisi del film è ben strutturata e non lascia spazio a inutili pettegolezzi o notizie errate.

A rendere tutto ancora più suggestivo ci sono state le musiche che hanno ripreso, a mio parere, perfettamente le emozioni che permeano dallo schermo, mi è sembrato in prima persona di sentire l'angoscia e la tristezza dei fatti. 

Unica pecca: il costo del biglietto. Anche se, dalla grande quantità di gente in sala, direi non ha scoraggiato gli amanti dell'arte o anche, i semplici curiosi o amanti di cinema!




Alla prossima!

mercoledì 11 ottobre 2017

TBR #2

TBR #2

Pensavo ad un post veloce e simpatico da proporvi, e come non assecondare le mie pulsioni consumistiche facendovi vedere i miei acquisti libreschi ancora per nulla portati a termine con la lettura?
Che sto dicendo, magari non ancora finiti, ancora nemmeno iniziati!!
Oggi vi propongo solo 3 titoli, ma, fidatevi, sono veramente tanti quelli che ci sono all'orizzonte!


Parto da sotto:

  • New York Stories, a cura di Paolo Cognetti: questo libro è nella mia TBR da più di un anno, sicuramente, non capisco ancora che aspetto per leggerlo. è una raccolta di racconti che si prospetta favolosa, sto cominciando a pensare di avere una sorta di ossessione per le raccolte di racconti. Anche per sbaglio le compro! Ma non è stato questo il caso! L'ho avuto come regalo a Natale perché i miei parenti sanno bene della mia passione per New York e questo libro coniuga due tra i miei più grandi interessi!
TRAMA: A chi la attraversa con occhi attenti, New York racconta la storia di un secolo preciso, il Novecento: in quali idee credeva, di quali mali soffriva, che sogno di felicità inseguiva. Camminare tra il Lower East Side e il Greenwich Village, o pedalare su per Broadway fino a Times Square, o costeggiare l'isola in traghetto da Harlem alla Battery, è come assistere a un'epopea che nasce nell'età del transatlantico e delle grandi migrazioni, supera gli anni ruggenti, gli anni ribelli, gli anni dell'opulenza, e finisce una mattina di inizio millennio, il giorno del 2001 in cui qualcuno ha immaginato di poter distruggere New York. Ma una città non è fatta solo di luoghi: sono le persone con i loro sentimenti, le loro relazioni e desideri, a darle la sua anima. E New York - lo dice Fitzgerald nel racconto che apre questa raccolta - non è la città di chi ci è nato, ma quella di chi l'ha desiderata, e ha dovuto combattere per farne parte. Come la vecchia Mary del racconto di Nicholasa Mohr (tradotto per la prima volta in Italia), che ha lasciato un figlio a Portorico con l'intenzione di tornare a riprenderselo dopo aver fatto fortuna; come gli emigranti descritti da Mario Soldati che durante la traversata immaginano così il loro approdo: «fauci aperte, immane leviatano, a triturare senza pietà chiunque non sapesse l'inglese». I personaggi indimenticabili di queste storie - la bella bionda di Dorothy Parker, quello spilungone di Jelly che gareggia a colpi di rime in strada per rimediare un pranzo, o Pier Paolo Pasolini, in pantaloni di velluto e scarpe di camoscio, che si aggira da solo per le zone più cupe del porto - compongono il frastuono di grida, litigi, proteste, suppliche, dichiarazioni d'amore che sono la musica di New York. «Un luogo dove nascondersi, dove perdersi o ritrovarsi, dove fare un sogno in cui si abbia la prova che forse, dopo tutto, non si è un brutto anatroccolo, ma si è meravigliosi, degni di amore», come scrive Truman Capote. Paolo Cognetti da anni esplora le strade e le storie della Grande Mela, e ci regala con quest'antologia una bussola letteraria preziosa e originale per il nostro personalissimo viaggio.


  • Delitto e castigo, Fyodor Dostoyevsky: beh, non che ci siano da elencare i motivi per il quale l'ho comprato: ho letto per primo "Notti bianche" dello stesso autore e me ne sono innamorata. "Notti bianche" è uno dei libri più importanti della mia vita, in un libro minuscolo Dostoyevsky è riuscito a darmi tutto quello che una caterva di altri libri non sono mai stati capaci di darmi e o trasmettermi.
TRAMA: "È il rendiconto psicologico di un delitto. Un giovane, che è stato espulso dall'Università e vive in condizioni di estrema indigenza, suggestionato, per leggerezza e instabilità di concezioni, da alcune strane idee non concrete che sono nell'aria, si è improvvisamente risolto a uscire dalla brutta situazione. Ha deciso di uccidere una vecchia che presta denaro a usura..."



  • Lo scheletro che balla, Jeffery Deaver: dopo aver letto il primo di questa saga ho rivalutato tantissimo i gialli che fino ad allora erano un genere da me mai letto. Il primo libro è stata una lettura sorprendente (QUI la mia recensione), l'ho adorato, è entrato tra i miei libri preferiti di sempre in un battibaleno. Se non avete mai sentito parlare di questo autore, per favore, dategli una possibilità, anche se non siete molto affini al genere, non ve ne pentirete.
TRAMA: Ex detective dalla mente raffinatissima ma costretto su una sedia a rotelle, Lincoln Rhyme sta inseguendo un ingegnoso serial killer capace di trasformarsi con abilità camaleontica a mano a mano che uccide le sue vittime. Una sola di esse è vissuta abbastanza a lungo per offrire un indizio agli inquirenti: il tatuaggio dipinto sul braccio dell'assassino, che mostra uno scheletro nell'atto di ballare con una donna di fronte a una bara. Rhyme ha soltanto quarantott'ore prima che il diabolico criminale colpisca di nuovo, ma almeno può contare ancora sulla bella Amelia, l'instancabile poliziotta che sostituisce le sue braccia e le sue gambe inferme.

Alla prossima!

martedì 3 ottobre 2017

#TrishTalk: Settembre 2017

#TrishTalk: Settembre 2017

Un po' in ritardo, ma comunque vicino alla fine di settembre!
Con l'università è sempre più difficoltoso pubblicare qualcosa sul blog o semplicemente su Instagram (a proposito, se non lo sapete ancora, ho aperto un profilo su Instagram del blog! Lo trovate a questo link!) però ce la sto mettendo tutta.
Iniziamo!

Trish talks about... Books: Harry Potter e l'Ordine della Fenice

Link d'acquisto: Amazon

Sì, sono estremamente scontata, lo ammetto, ma dovete compatirmi: è la prima volta in assoluto che leggo la saga di Harry Potter e questo libro... Per adesso è il mio preferito tra tutti! Non riesco a trovare una sola nota negativa, e questa saga si sta rivelando, come sospettavo, all'altezza delle mie aspettative, o, se vogliamo usare un'espressione "potteriana":"Oltre ogni previsione"!
Lo stile si è evoluto, i personaggi sono ancora più approfonditi, è un passaggio alla parte più "dark" della saga che ho tanto, tantissimo apprezzato!
Non mi dilungherò molto in questo post perché ho intenzione di parlarvene a saga finita, non solo di questo libro, ma di tutti insieme: avvierò presto una nuova rubrica ;)

Trish talks about... TV Series: Narcos


Anche qui, mi vergogno per essere stata così scontata, ma questa serie secondo me a volte è sottovalutata: non fatevi spaventare dalla durata della prima puntata perché dopo averla finita, la durata di 40 minuti delle altre vi sembrerà una misera ricompensa.
è un mix perfetto tra documentario e fiction, la scelta di lasciare in lingua originale spagnola i dialoghi più salienti è stata una "santa cosa" (e chi si scorda più la celebre battuta di Pablo:"plata o plomo?"), insomma, è sicuramente tra le più belle serie TV che abbia mai visto!
Un ritratto realistico della crudele realtà degli anni '70-80 che ci trasciniamo inesorabilmente anche ai giorni nostri...

Trish talks about... Films: Your Name


Questo anime. Non potete non vederlo. Vi dovrebbe bastare la vista della locandina per convincervi!
è una storia d'amore superba, i colori, le tradizioni del giappone sono sempre così travolgenti e, come ho anche scritto in un commento a Jessica (di A fangirl's blog) sotto la recensione dell'omonimo romanzo, i giapponesi hanno quella marcia in più nel raccontare le storie d'amore!
Non è una semplice storia d'amore, dolcezza e mistero si legano creando qualcosa di straordinario e memorabile. Consigliatissimo!

Alla prossima!